IN MEMORIA DEL S. PADRE GIOVANNI PAOLO II

IN MEMORIA DEL S. PADRE
GIOVANNI PAOLO II

Raccolgo volentieri la proposta di qualcuno di voi di dedicare questo incontro di spiritualità alla Figura del Papa Giovanni Paolo II che da poco è entrato nella Vita.
Mi pare che una delle sue caratteristiche fondamentali sia stata quella di essere l’uomo dell'”et…et” e non quello dell'”aut…aut”.
Un uomo cioè di sintesi e di armonia e quindi di pace.
Vorrei iniziare per così dire dalla fine, citando un breve brano della lettera agli anziani del 1999, in cui esprime il gusto pieno della vita, la letizia che proviene dall’ora presente e al tempo stesso la pace che deriva dalla prospettiva di quella futura.

‘Nonostante le limitazioni sopraggiunte con l’età, conservo il gusto della vita. Ne ringrazio il Signore. E’ bello potersi spendere fino alla fine per la causa del Regno di Dio.
Al tempo stesso trovo una grande pace nel pensare al momento in cui il Signore mi chiamerà: di vita in vita! Per questo mi sale spesso alle labbra, senza alcuna vena di tristezza, una preghiera che il sacerdote recita dopo la celebrazione eucaristica: In hora mortis mea voca me, et iube me venire ad te ‘ nell’ora della morte chiamami e comanda che io venga a te. E’ la preghiera della speranza cristiana, che nulla toglie alla letizia dell’ora presente, mentre consegna il futuro alla custodia della divina bontà.
‘Iube me venire ad te!’: è questo l’anelito più profondo del cuore umano, anche in chi non è consapevole.

Da questa premessa nasce un’impostazione che abbraccia tutta la vita.