Ufficio Musica Sacra

Restauro di organi a canne di interesse storico-artistico

(DISPOSIZIONI CONCERNENTI
LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI FINANZIARI DELLA CEI
PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI
E L’EDILIZIA DI CULTO Art. 3 n.5)

  1. Sono ammessi a contributo CEI interventi di restauro di organi a canne di interesse storico-artistico (costruiti da più di settant’anni) di proprietà dell’Arcidiocesi, della chiesa Cattedrale, dei capitoli, delle parrocchie, delle chiese rettorie della Arcidiocesi. Prima di intraprendere un progetto di restauro è bene verificare se l’ente proprietario dell’Organo è annoverato tra quelli inseriti nel bando della CEI. Uno dei requisiti richiesti è che l’organo deve essere collocato all’interno di un edificio aperto al culto pubblico.
  2. L’ente proprietario dovrà prendere contatto con l’Ufficio diocesano dei Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Firenze e dovrà presentare la propria situazione economico-finanziaria presso l’Economato Diocesano, secondo le modalità prescritte da quest’ultimo ufficio.
  3. Nella nostra Arcidiocesi l’esperto abilitato nell’inventariazione degli organi a canne storici è il Maestro Michele Manganelli (Direttore della Cappella di Santa Maria del Fiore). L’elenco completo è fornito dalla CEI all’indirizzo internet https://bce.chiesacattolica.it/tema-ufficio/organi/     Occorre prendere contatto con il Maestro, per una prima visione e schedatura dell’organo, che servirà successivamente anche alla documentazione da inviare alla CEI.
  4. I preventivi devono essere richiesti a organari (o ditte di restauro dell’organo) abilitati al restauro (ex art. 182 ed ex art. 29 D.L. 22 gennaio 2004 n. 42).

E’ possibile verificare l’abilitazione al seguente indirizzo internet:  https://professionisti.beniculturali.it/restauratori

  1. Il contributo assegnabile è fino al 50% del costo totale preventivato ammissibile nel limite di €200.000,00 per ciascuna richiesta. Ogni diocesi può presentare annualmente fino a un massimo di due progetti.
  2. La richiesta è annuale. Occorre prendere contatto con il delegato delle pratiche CEI (Sig.ra Cecilia Bacciotti) entro il 30 giugno di ogni anno. Tra i documenti richiesti c’è il Nulla Osta della Soprintendenza. E’ necessario dunque preliminarmente istruire la pratica alla Soprintendenza richiedendo il Nulla Osta. Se tale documento non fosse ancora pervenuto, è sufficiente essere in possesso della copia della richiesta di Nulla Osta protocollata dalla stessa Soprintendenza o, in alternativa, della ricevuta dell’invio online o postale. La documentazione integrativa dovrà essere poi inviata entro due mesi, pena l’esclusione della domanda. Se si è già in possesso di un Nulla Osta al progetto di restauro, questo ha validità solo se è stato rilasciato dalla competente Soprintendenza non oltre i cinque anni precedenti alla richiesta di contributo, altrimenti è necessario chiedere una integrazione.
  3. I lavori di restauro non possono essere iniziati prima della data del decreto di assegnazione del contributo. Il contributo è erogato in due rate: 50% inizio lavori 50% fine lavori. Il contributo prevede una rendicontazione molto accurata, che tiene conto di diversi parametri per cui alla ditta esecutrice sarà richiesto un consuntivo analitico delle spese effettuate. Il bando in questione prevede che siano ammessi a contributo tutti i lavori inerenti il “restauro” di ogni singola parte. Non sono ammesse le spese relative alla costruzione “ex novo” di singole o intere parti così come è esclusa la spesa per l’eventuale elettroventilatore.