«Bisogna ricordare infatti ha sottolineato Betori che la Chiesa greco-cattolica ucraina ha passato unepoca di persecuzione e che oggi si trova allinterno di un popolo che sta soffrendo a causa di una condizione di guerra che tocca il Paese». «Un richiamo alla sofferenza ha proseguito il porporato legato anche alla figura di san Crisostomo che ha terminato la sua vita in esilio, nella persecuzione, e che proprio da questa esperienza di dolore ha colto il suo magistero». Una figura simbolo di unità tra Oriente e Occidente: unità che i greco-cattolici ucraini, hanno cercato di portare avanti fin dal 1439 con il Concilio dellUnione che poi, per ragioni più politiche che ecclesiali, non è stato possibile perfezionare. Cammino che rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per chiunque desideri lunità della Chiesa, ha concluso larcivescovo.
Il pellegrinaggio dei vescovi greco-cattolici ucraini

«Il pellegrinaggio dei vescovi greco-cattolici ucraini devessere letto come testimonianza di unità della Chiesa. Ma anche come loccasione per riflettere sul tema della sofferenza». Lo ha dichiarato il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, al termine dei tre giorni di pellegrinaggio dei 22 vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina, che sono arrivati da tutto il mondo per venerare la reliquia di san Giovanni Crisostomo.