Roma – La Fondazione Migrantes si unisce allappello di chi, persone e enti, chiede in questi giorni di non dimenticare la situazione drammatica in cui si trovano almeno 10.000 persone che hanno visto ricusata la loro domanda di asilo in Italia. La situazione drammatica non riguarda solo queste persone in Italia, ma anche e in numero maggiore molte persone e famiglie con minori di altri Paesi europei, in particolare della Germania (oltre 100.000 persone). LItalia unitamente allEuropa, alla luce dei fatti di violenza che in questi anni hanno coinvolto numerosi Stati anche dellAfrica subsahariana fino alle recenti rivoluzioni ancora in atto nel Nord Africa e nel Medioriente, non possono non valutare la necessità di salvaguardare la vita di tante persone e famiglie attraverso un permesso di protezione internazionale, nelle altre forme diverse dallasilo (protezione sussidiaria, protezione umanitaria), per il tempo necessario alla formazione e alla ricerca del lavoro. E un sacrifico certamente per il nostro Paese e per lEuropa che vivono un tempo di crisi, ma come in altri tempi penso allaccoglienza in Italia e in Europa di 200.000 persone dellUngheria nel 1956 la protezione umanitaria può costituire un segno di rinascita e di sviluppo, di condivisione e di cooperazione decentrata. Ci sono volti e storie di migranti che, nati in Somalia, in Eritrea, in Nigeria, in Ghana nel Mali, nel Ciad, in Sudan, in Costa dAvorio, in Bangladesh o in Pakistan o in Afganistan, da anni sono in cammino e chiedono di trovare casa, lavoro, ma soprattutto pace nel nostro Paese e in Europa. Non possiamo negare e ricusare il diritto di migrare a chi sappiamo non potrà rientrare nel proprio Paese, ma che senza un titolo di soggiorno continuerà a vagare irregolarmente in Italia e in Europa, alla ricerca di una sicurezza, ma con il rischio di essere ancora vittima di sfruttamento e di violenze.
(mons. Giancarlo Perego – Direttore Generale Fondazione Migrantes)
