ROMA Insulti, intimidazioni, sit in di protesta. Per Cécile Kyenge sono praticamente questione di tutti i giorni, da quando si è insediata al ministero dellIntegrazione. E si intitola appunto I giorni della vergogna il libro in cui il portale StranieriinItalia.it ha scelto di raccoglierei principali episodi e che è stato presentato ieri a Roma alla presenza dellinteressata.Gli autori, Gianluca Luciano e Eugenio Balsamo, hanno composto un vero e proprio mosaico di attacchi differenziati, sul web, sulla carta stampata, sui muri: quasi tutti a sfondo politico. Non mancano ovviamente le offese del vice presidente del Senato Roberto Calderoli: Quando la vedo non posso non pensare ad un orango. O delleurodeputato Borghezio: Faccetta nera, non degna di essere considerata italiana e tanto meno abilitata ad occupare un posto di ministro. Ma soprattutto ci sono i muri imbrattati, i gruppi Facebook in cui tra sbeffeggi vari si diffondo vere e proprie minacce e istigazioni alla violenza. Attacchi a Kyenge per colpire le politiche di cui si è fatta sponsor: Limmigrazione uccide, firma Forza Nuova nei muri e nei manifesti. E sempre da questo gruppo arrivano i manichini insanguinati che hanno dato più volte il benvenuto alla ministra in occasione di incontri pubblici, con lobiettivo di dire no allo ius soli.E proprio dagli insulti nascono le riflessioni, riportate nel libro, dei giovani stranieri o di origine straniera, che scrivono per le testate coordinate dal portale: alla domanda LItalia è un Paese razzista? le risposte sono diverse e variegate, ma su una cosa convergono tutti: il razzismo cè e sopratutto cresce il linguaggio razzista. LItalia non è razzista scrive Milton Kwami, redattore di africanouvelles.com non lo è la stragrande maggioranza degli italiani, come testimonia il cammino del paese per lintegrazione dei nuovi cittadini, che sono stati accolti e che lhanno eletta seconda patria. Un percorso continua che ha permesso lapprodo dei deputati di origine straniera al Parlamento e la recente nomina della ministra Kyenge nel governo Letta.Per Sorin Cehan, di Gazeta Romaneasca, arrivato in Italia nel 92, il razzismo non è aumentato: se ne parla di più: con internet cè più informazione al riguardo e su alcuni atteggiamenti. La gente può sembrare più razzista parlando di quello che ha letto oggi sulla stampa. Nonostante le discriminazioni e gli stereotipi prosegue a livello privato, rispetto allimmagine pubblica che ne dà la stampa, gli italiani hanno atteggiamenti diversi. Chiedete ad un italiano cosa ne pensa dei romeni, vi dirà che quelli che conosce personalmente sono bravi.Samia Oursana, giornalista per il blog italiani più, racconta di non aver avuto esperienze dirette di razzismo, ma in generale per lei il razzismo esiste. Nel nostro paese non è presente una reale forma di razzismo e odio verso laltro perché diverso, ma dal mio punto di vista si manifesta più una diffidenza, una rivalità: ci rubano il lavoro, gli assegnano tutte le case popolari, cè una forma di rivalità, di concorrenza.Infine Stephen Ogongo di Africanews, riferendosi agli attacchi alla ministra Kyenge scrive che lItalia non è razzista, ma piena di razzisti a livelli alti. Ed è quindi nel linguaggio politico, per lui, che si manifesta sopratutto e si diffonde il seme dellintolleranza.Ma come difendersi dalle discriminazioni? Lunica arma è la conoscenza dei propri diritti, secondo gli autori. Per questo la pubblicazione si conclude con una breve guida giuridica in cui, come una sorta di promemoria, si citano i principali provvedimenti italiani e internazionali di contrasto alle discriminazioni.Fonte: www.redattoresociale.it
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