Il restauro dei mosaici del Battistero

È iniziato, dopo oltre un secolo dall’ultimo intervento, il restauro degli oltre mille metri quadrati di mosaici policromi su fondo oro della cupola del Battistero di Firenze. I lavori, che mirano a recuperare l’adesione delle oltre 10 milioni di tessere, arrestare i fenomeni di degrado e ridare luce ai colori, dureranno in totale sei anni. Per poter restaurare la volta con i mosaici del Battistero, è stato necessario progettare e realizzare un cantiere tecnologicamente innovativo, in grado di rendere accessibile l’intera superficie musiva della volta, ma allo stesso tempo lasciando visibili ai visitatori le pareti e la scarsella. Per ottenere questo risultato è stato realizzato un ponteggio centrale a forma di fungo. In occasione del cantiere, per la prima volta sarà possibile per il pubblico salire sui ponteggi e vedere da vicino i mosaici della cupola: le visite avranno inizio il 24 febbraio, prenotandosi sul sito dell’Opera.

“Da secoli l’Opera di Santa Maria del Fiore ha la cura del Battistero e della Cattedrale che sono i luoghi l’uno della sorgente della vita cristiana, il battesimo, e l’altro il culmine della vita cristiana l’Eucarestia. – ha detto l’Arcivescovo. – Tutto questo i nostri padri lo hanno voluto nel segno della bellezza, perché attraverso di essa fosse espressa anche la Verità del mistero che qui si celebra e cioè il fatto che qui Dio incontra l’uomo. Per questo nel Battistero da una parte c’è il mistero insondabile di Dio rappresentato in qualche modo dalle forme geometriche nei marmi, massimo dell’astrazione, della trascendenza, e dall’altra il fatto che la nostra religione è una religione incarnata fatta di corpi, quello di Cristo, quello degli uomini che hanno creduto in lui, volti, figure che ritroviamo rappresentate nei mosaici del ballatoio e che trionfano in quelli della cupola. Il Battistero è un edificio che dice lo specifico cristiano, per questo il prendersene cura non riguarda solo l’estetica, qui il bello conduce al Vero, il restauro dei mosaici è dunque un’opera valida per la fede e non solo per la storia dell’arte”.