Conservazione e Restauro

Articolo uscito su ToscanaOggi del 4 luglio 2010
 La diocesi sta realizzando «Panvicom», un sistema per verificare le condizioni fisiche degli edifici di culto storici: una scheda permetterà di valutare rischi e interventi da fare.
Una iniziativa pilota che potrebbe essere applicata anche in altre parti d’Italia.
Da tre anni, con il sostegno determinante dell’Ente Cassa di Risparmio l’Arcidiocesi sta realizzando un progetto denominato «Panvicom» (Preliminare Analisi Visiva Conservazione e Manutenzione), inteso a verificare e documentare le condizioni fisiche delle nostre chiese storiche. Ideatore e realizzatore dell’innovativo progetto è Andrea Todorow, e, con lui, almeno in una prima fase, l’architetto d’interni Gianluca Soldi. Il progetto ha preso l’avvio grazie ad un motu proprio dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze su suggerimento di chi ora scrive. In virtù del sostegno della Conferenza Episcopale Italiana, l’iniziativa ha poi assunto caratteri di «progetto pilota», affinché, dopo l’opportuna sperimentazione, possa essere replicata anche per altre diocesi italiane. Con riferimento alla Convenzione Veltroni – Ruini del 1996 ed ai criteri che a partire da G. Urbani (1975) sono stati definiti per impostare procedure di Conservazione programmata, è stata realizzata un’apposita «Scheda di analisi visiva stato di conservazione» che, articolando l’analisi dell’edificio nei vari elementi costruttivi, consente l’acquisizione di dati ed immagini in formato digitale, utili a qualificare in forma preliminare lo stato di conservazione di detti elementi. Nella scheda sono posti in evidenza i singoli guasti, caratterizzati per tipologia e gravità, così come i relativi interventi lo sono per urgenza e con proiezioni per fasce di costo indicativo. Apposite sezioni consentono inoltre di evidenziare la disponibilità o meno degli impianti tecnologici, di recepire informazioni di carattere storico o segnalazioni che i parroci ritengano di fare. Ogni scheda è inoltre corredata di una serie di immagini che illustrano il sito nel suo complesso. In breve, funzione della scheda è costituire uno strumento agile e unitario che, con le sole analisi visiva in loco e documentazione fotografica digitale, consenta l’acquisizione di informazioni utili a qualificare in forma preliminare lo stato di conservazione dell’edificio e dei suoi apparati decorativi fissi. Determinazioni più puntuali potranno attuarsi successivamente, con le necessarie e consuete perizie di spesa, progetto preliminare, progetto esecutivo. Per la gestione delle schede è stato realizzato un apposito data-base che consente l’opportuna estrapolazione dei dati in base ai criteri di ricerca impostati. Oltre a fornire in via preliminare un quadro conoscitivo degli edifici a maggior rischio per il loro stato di conservazione, è possibile evidenziare i casi per i quali risulti opportuna (per tipicità, gravità del danno, urgenza dell’intervento di restauro) una valutazione di priorità nell’orientamento delle risorse, così da poterle concentrare in programmi predefiniti limitando quanto più possibile i casi d’emergenza non previsti. La casistica dei fenomeni di degrado è ampia: stante la loro progressione nel tempo, tra gli obbiettivi del progetto Panvicom vi è anche quello di favorire l’attivazione mirata di interventi preventivi, assai meno onerosi del restauro necessario quando l’accrescimento del danno ne abbia acuito la gravità. Allo scopo, utilizzando determinate funzioni di ricerca è possibile effettuare estrapolazioni specifiche nel data-base. Per citare solo alcuni esempi: le chiese che presentano un quadro fessurativo, ove si impone quantomeno un immediato monitoraggio; i casi di infiltrazioni dal manto di copertura, che se trascurate possono recare danni ben più gravi ed onerosi alle sottostanti strutture lignee; i fenomeni di distacco nelle pitture murali, peri quali è urgente provvedere con almeno una velinatura in attesa di auspicabili fondi per il restauro e prima che il danno assuma caratteri di irreversibilita. Inoltre, nell’ambito degli impianti è possibile individuare in quali chiese, ad esempio, non sia disponibile un impianto anti-intrusione, sulla cui necessità è certo superfluo soffermarsi. Con il progetto Panvicom, attualmente in corso, l’Arcidiocesi di Firenze si propone dunque di favorire complessivamente la preparazione ed il finanziamento di programmi pluriennali di manutenzione preventiva, monitoraggio e conservazione programmata.Allo stato attuale dei lavori, sono state inserite nel data-base circa trecento schede ed oltre tredicimila immagini.
* Mons. Timothy Verdon è direttore dell’Ufficio diocesano di Arte Sacra e dei Beni Culturali Ecclesiastici.
Articolo su Panvicom