Introduzione storica
LArchivio arcivescovile di Firenze si è formato nei secoli attraverso la produzione di documenti di tre istituzioni legate allattività del vescovo e della diocesi: lamministrazione dei beni appartenenti alla Mensa vescovile in seguito arcivescovile, la Cancelleria e il Tribunale ecclesiastico.
È secondo questa triplice origine che agli inizi dellOttocento era diviso il materiale documentario archivistico. Nella relazione, preparata dallallora archivista dott. Cosimo Giuliano Vignali per larcivescovo mons. Antonio Martini (1793), oltre a rilevare la condizione e lo stato deplorevoli in cui giacevano i documenti, veniva descritta la diversa collocazione dei documenti nel palazzo arcivescovile. LArchivio della Cancelleria e del Tribunale era collocato in due luoghi distinti del palazzo ed era chiamato archivio inferiore e archivio superiore. A parte in unaltra stanza, detta di S. Antonino, si trovava larchivio della Mensa arcivescovile.
Larchivio inferiore, che trovava posto al piano terreno, dove erano tutti gli uffici della Curia, compresa la Cancellaria e la bella sala dellAudentia causarum, conteneva la raccolta dei registri parrocchiali prescritti dal Concilio di Trento per la memoria autentica degli atti di battesimo, di matrimonio e di morte, rimessi dai parroci secondo la prescrizione data per la diocesi fiorentina il 27 settembre 1564. La collocazione dei registri parrocchiali, cui si aggiunsero anche quelli delle Cresime, seguiva questa suddivisione: in un primo gruppo furono riuniti i registri delle chiese parrocchiali soppresse della città; tutti i registri delle parrocchie della città esistenti costituirono un altro gruppo; il terzo gruppo era formato dai libri parrocchiali della campagna. Il Vignali, sempre nella sua relazione a mons. Martini, affermava che questa parte dellArchivio era, per opera sua, in buon ordine e dotata di indici appropriati. Dopo i lavori di trasformazione del palazzo arcivescovile (1895) questordinamento venne ricostituito sempre al piano terreno e separatamente dallaltra porzione maggiore posta al piano superiore.
Larchivio superiore, così chiamato perché si trovava ai piani più alti del palazzo arcivescovile, comprendeva documenti di varia natura e in grande quantità, sia della Cancelleria che del Tribunale. Nellordinamento di questo materiale archivistico il Vignali si attenne a due criteri di divisione: quello per materie e quello cronologico. Secondo il primo criterio fu distinto il materiale appartenente al foro ecclesiastico, che era quantitativamente il più rilevante, da quello della cancelleria arcivescovile, divisa a sua volta in ecclesiastica e matrimoniale.
Lordinamento sistematico dei documenti del Tribunale ecclesiastico (soppresso con decreto granducale il 30 ottobre 1784) comportò la suddivisione tra i registri, le filze di processi e le filze degli atti dei notari.
Furono divisi per materie anche i documenti provenienti dalla Cancelleria ecclesiastica che comprendeva: libri e filze di Cancelleria, Presentazioni e Collazioni di benefici, Ordinazioni, Monacazioni, Carte dei patrimoni beneficiali (come portate, censi e livelli, variazioni negli stessi patrimoni in ordine alla bolla Si in evidentem), Oratori, Capitoli di Compagnie e tutto ciò che costituiva la vita giornaliera e amministrativa della diocesi, di cui, sopra tutti, rivestivano unestrema importanza gli atti e i documenti delle visite pastorali. La Cancelleria matrimoniale comprendeva, a sua volta, i documenti relativi alle dispense e alle prove della libertà di stato dei contraenti.
Larchivio della Mensa arcivescovile era conservato separatamente e comprendeva alla fine del Settecento 134 pezzi tra registri e filze che erano collocati in scaffali di legno tinto di celeste. Fu mons. Martini a volere nel 1788 che si procedesse allordinamento e alla collocazione del materiale archivistico secondo un giusto criterio e che, previo lo spoglio accurato dei documenti, si compilasse un Indice, ai fini dellamministrazione del patrimonio. Questo lavoro si svolse tra il 1798 e i primi anni dellOttocento e portò alla compilazione di 24 volumi, che costituirono però soltanto la quarta parte del progettato Indice istorico-economico.
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Questi dati storici hanno permesso il riordino di tutto il materiale documentario dellArchivio e la ricostituzione di tre fondi principali (Mensa arcivescovile, Cancelleria, Tribunale ecclesiastico), cui si è aggiunto un quarto comprendente le nuove acquisizioni.
Per queste note introduttive di carattere storico ci siamo serviti della bibliografia che segue, e a questi testi rimandiamo per le tante altre notizie che riguardano la storia dellarchivio:
1. Michele Cioni, Mons. Antonio Martini e lArchivio Arcivescovile di Firenze, “Bollettino dellArcidiocesi di Firenze” n.s. 3 (1911) 87-93; 158-160; 171-174; 188-189; 4 (1912) 121-123; 138-140; 188-191.
2. Eletto Palandri, LArchivio vescovile di Firenze. Appunti storici e inventario sommario del materiale più antico, “Rivista delle Biblioteche e degli Archivi” n.s. 4 (1926) 167-191.
3. Carlo Celso Calzolai, Archivio arcivescovile, “Archivio storico italiano” 114 (1956) 400-405.
4. Carlo Celso Calzolai, LArchivio arcivescovile fiorentino, “Rassegna storica Toscana” 3 (1957) 127-181.
5. Archivio arcivescovile di Firenze, in V. Monachino – E. Boaga – L. Osbat – S. Palese (edd.), Guida degli Archivi diocesani dItalia, I, Roma 1990, 157-161.
a cura di Mons. Gilberto Aranci